Descrizione
La sardella, ribattezzata ‘caviale calabrese’, è una conserva ittica piccante che ha un nobile progenitore, il garum degli antichi Romani dal quale discende anche la celebre Colatura di alici di Cetara. Il garum era una salsa da condimento molto amata in passato; veniva prodotta attraverso la macerazione di pesci grassi, sale, spezie ed erbe aromatiche alternati in strati (APPROFONDIMENTO). Per fare la sardella si usa la neonata di sarde (sardina pilchardus) o di alici di pochi centimetri, pescata nei mesi di marzo-aprile; dopo essere stata lavata, si fa asciugare con un po’ di sale; successivamente viene impastata con il peperoncino e a strati alterni di sale e finocchietto selvatico si fa maturare in contenitori, solitamente di terracotta; entro qualche giorno il sale inizierà a far macerare i pesci rilasciando la cosiddetta salimora. La sardella assume così il suo bel colore rosso e il profumo che sprigiona è inconfondibile. La patria di questa deliziosa e ricercatissima conserva è la zona del crotonese, soprattutto il comune di Crucoli, ribattezzato appunto Paese della sardella. Conosciuta anche come rosamarina, bianchetto o nudilla, questo novellame ha subìto il divieto di pesca e commercializzazione dal 2006 col Regolamento Mediterraneo. E’ però possibile assaggiare questa specialità localmente: il modo migliore per apprezzarla è spalmata su una buona fetta di pane casereccio accompagnata da olio evo e cipolla oppure all’interno delle buonissime pitticelle con la sardella. La sardella rientra nei Prodotti Agroalimentari Tradizionali (P.A.T.) della Regione Calabria.